Gran bel libro... l'ultimo che ho letto tralaltro, sono felice che abbia risvegliato tanti commenti rispetto ad altri presenti nei thread...
Leggendo Cent'Anni di Solitudine fin da subito ho cercato una chiave allegorica... vedevo Macondo come la Colombia e in modo generalista un po' come l'intero Sud America, un tempo innocente come José Arcadio Buéndia (scusate gli accenti) e fin da subito soffocato da vizi e follie...
Ma chi è il protagonista, mi sono domandato? La famiglia dei Buendia o l'intero paese di Macondo
entrambi condannati alla stessa catastrofica fine
??
In fondo i Buendia sono Macondo... per l'intero libro si parla quasi solo di loro...
Io l'ho interpretata così: a cambiare radicalmente Macondo (e il Sud America) sono 4 agenti esterni: La conoscenza (gli zingari), la religione (il prete), la politica (i funzionari), il capitalismo sfruttatore (
) e il loro arrivo e subordinato all'evoluzione del paese...
E in fondo guardate i personaggi della famiglia... le varie tipologie di rivoluzionario, le donne lavoratrici, le donne estremiste, gli studiosi...
fin da subito in ognuno di loro ho sentito l'odore di solitudine del titolo... nella loro particolarità, nel loro essere surreali, nel loro eterno dialogare coi fantasmi del tempo, in tutti i Buendia risiedeva quel germe...
E' solo una mia interpretazione e penso che uno dei grandi pregi di questo libro è la grande capacità di farti riflettere su macro e microfenomeni...
Aureliano José Buendia è l'unico Aureliano che mi ha deluso, mentre ho apprezzato molto la descrizione dell'infanzia di Fernanda...
Viva le vecchie guardie della prima e seconda generazione...
P.S. I testi (ed evidenzio i testi) dedicati a Marquez dei Modena non mi sono piaciuti molto...