Suturn |
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| Ok... iniziamo dal periodo passato a Innsbruck... malgrado il suo lavoro non sia dei più pesanti, Trakl ne sente il peso. I temi della decadenza risuonano dalle prime parole ed è molto difficile trovare serenità nei suoi versi. Trakl sente che la sua vita è sradicata da ogni contesto sociale, è straniero a casa, alla civiltà, al mondo e per questo sente di rappresentare la sua epoca con tutte le sue lacerazioni. Lui non si sente il rapporto con il resto degli uomini e sente che il mondo è costituito da frammenti di zattera in un fiume che vanno irrimediabilmente verso la cascata, e che nella loro miseria possono solo esprimere la nostalgia dell'unità perduta.
"Il singolo non può prendere partito, la sua unica autenticità possibile è la posizione marginale e sperduta. L'avventura randa gia della poesia che scopre la verità della condizione umana, è irriducibile al programma politico perché essa illumina violente mente il nucleo della situazione storica, l'antitesi tra singolo e società che è propria della realtà contemporanea."
LA BELLA CITTÀ
Antiche piazze assolate in silenzio. Immerse in filamenti di azzurro e oro come in sogno si affrettano miti monache di afosi faggi entro il silenzio.
Dalle brune illuminate chiese guardano della morte le pure immagini, di grandi principi le belle insegne. Corone scintillano nelle chiese.
Destrieri emergono dalle fonti. Sanguinanti minacciano dagli alberi artigli. Ragazzi giocano confusi da sogni a sera sommessi là presso la fonte.
Fanciulle stanno alle porte, guardano timide nella varia vita. Le loro umide labbra tremano ed esse attendono presso le porte.
Tremanti vibrano di campane i suoni, tempo di marcia e richiami di guardia. Stranieri ascoltano sugli scalini. Alti nell'azzurro sono d'organo i suoni.
Chiari strumenti cantano. Dei giardini entro il fogliame trema il riso di belle donne. Sommesse giovani madri cantano.
Segreto alita a fiorite finestre profumo d'incenso, catrame e lillà. Argentei scintillano stanchi cigli attraverso i fiori alle finestre.
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