Ho aperto questo topic, perchè secondo me c'è molto da dire su questo romanzo, ma non bisogna togliere l'aspettativa a chi non l'ha letto.
Mi capita raramente di commuovermi, ma devo dire che qui son scesi i lacrimoni.
Ho letto le ultime 200 pagine tutte di fila, trovandomi totalmente immersa nella storia, e quando Mariam viene uccisa... lì sono crollata
Il suo è un personaggio che ti appassiona subito, per il suo essere sfortunata fin da piccola, costretta da subito all'emarginazione.
Prima perchè figlia bastarda, poi perchè moglie sottomessa di un uomo retrogado e maschilista, Rashid.
L'amicizia con Laila è qualcosa di toccante e profondo. Hosseimi eccelle nel descrivere questo tipo di sentimento, la sua evoluzione, la sua nascita. Come aveva fatto ne Il Cacciatore di Aquiloni quest'unione sarà la fine e la salvezza di Mariam e Laila, rassegnata la prima, più coraggiosa la seconda.
Ma Mariam è una di quelle donne che si piegano e non si spezzano, abituate a sopportare in silenzio, ma non per questo inconsapevole della propria infelicità. Alla fine Mariam è forse il personaggio più forte di tutti, la più coraggiosa. Quella che sogna, ama e si sacrifica.
Quando viene uccisa e le viene detto "Inginocchiati" e lei pensa, quasi con sollievo, che quella sarebbe stata l'ultima volta che avrebbe ubbidito a un uomo, mi son riscesi i lacrimoni
