Romantic Noir, Nuova Collana, ANTEPRIMA

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Silvia ^^
CAT_IMG Posted on 16/7/2007, 20:48




Una responsabile molto carina del gruppo marketing dell'Harlequin mi ha contattato per postare quest'anteprima... dal 18 luglio uscirà una nuova collana Romantic Noir e se volete saperne di più... leggete, io passo la parola!

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Care amiche,
quest’estate Harlequin Mondadori ha preparato per voi una fantastica novità.
Il 18 luglio nascono i Romantic Noir, romanzi intriganti e avvincenti, dove sentimento ed emozioni forti si intrecciano per dar vita a storie indimenticabili, capaci di tener viva la vostra attenzione fino all'ultima pagina.
Perché Romantic Noir? Perché sono libri dalla doppia anima, romantica e misteriosa, scritti dalle vostre autrici preferite per regalarvi attimi di autentica evasione.

In anteprima solo per voi un assaggio di Patto tra amiche, in cui le ferite di un'adolescenza turbolenta tornano a mettere in pericolo il successo di tre amiche, oggi ai vertici del potere. Le Ragazze Sole, come si facevano chiamare a scuola, dovranno tornare a unirsi e a venire a patti con lo scrittore Jameson Cross, intenzionato a scrivere una storia di successo sull'omicidio della direttrice del collegio femminile, avvenuto quando le tre amiche lo frequentavano insieme.
Per le Ragazze Sole è il ritorno di un incubo.


CAPITOLO 1
Rowe Academy for Girls
Tiburon, California
Inverno 1980

La canottiera era troppo piccola e le fasciava il seno, riducendolo a una prima scarsa. Sopra, infilò una fresca camicetta bianca e la abbottonò, lasciando scoperta solo un po' di gola dalla carnagione lattea. Le batteva forte il cuore.
Vedeva il riflesso di lui che la guardava, totalmente assorta in quel rituale davanti allo specchio a grandezza naturale. Vestirsi per fare sesso le era sempre parso strano, ma era così che gli piaceva. La gonna scozzese le arrivava al ginocchio e si apriva come un kilt. Il lembo si sollevò quando lei abbozzò una piroetta. Si sentiva allegra come una ragazzina. La sua treccia scura danzava. Di certo lui avrebbe notato la trasformazione. Non si guardò allo specchio mentre infilava i calzettoni bianchi al ginocchio. Preferiva la seta, ma tutto doveva essere autentico. Non era permesso trucco, solo un po' di lucido per labbra. Nessun gioiello. Sarebbe stato di cattivo gusto.
L'immagine di lui era scomparsa. Si voltò, sperando di vederlo sul letto, in attesa, eccitato e tremante di vergogna. Era così che lei lo controllava, e aveva funzionato fino a quel giorno, o in caso contrario la relazione non sarebbe sopravvissuta. Aveva qualcosa di importante da dirgli, ma la speranza svanì quando lo vide in piedi davanti alla finestra, intento a osservare il cortile, sotto il suo appartamento nella torre campanaria, dove le studen-tesse si godevano l'intervallo fra una lezione e l'altra.
L'accademia, una struttura a ferro di cavallo, una copia dei castelli vittoriani della vecchia Inghilterra, era più di una scuola; per lei era la casa di famiglia, devoluta tramite una fondazione alla causa dell'istruzione quando sua nonna era morta, quindici anni prima. In quel momento le sembrava una prigione.
Lo raggiunse, ma lui non parve accorgersi della sua presenza. Fissava come trasfigurato una creaturina squisita, con una cascata di ricci scuri e il sorriso pensoso di una madonna. La ragazza era in piedi accanto alla fontana, al centro del cortile, apparentemente ignara della bruma che la avvolgeva come un velo da comunione. Quel giorno il tempo rigido aveva costretto all'interno quasi tutte le studentesse, ma lei probabilmente aveva desiderato restare sola con i propri pensieri.
«È lei, allora?» chiese la direttrice. «Una delle mie ragazze? Vuoi una ragazzina?»
La sua amarezza avrebbe dovuto ferirlo, ma lui pareva inconsapevole. «Non è una bambina» replicò. «È già adulta, ma ancora nel fiore della femminilità. È fresca e deliziosa. Intatta.»
La rabbia le strinse la gola. Non aveva ancora trent'anni e già stava per essere messa da parte? Dopo tutto ciò che aveva fatto per lui? Tutta la sua vita ruotava intorno a quell'uomo, ma ora di-ventava impossibile dargli la notizia. Lui l'avrebbe giudicata ridi-cola. La sua collera divenne furia. Lui avrebbe avuto quello che voleva, e ne avrebbe pagato il prezzo. Era un uomo potente, avrebbe potuto rovinarla. Ma aveva varcato il limite, e lo sapeva-no entrambi. Avrebbe avuto ciò che voleva. E a-vrebbe pagato.


Prigione di San Quentin
Estate 2005

La foschia avvolgeva il sole, trasformandolo in una luna argentea quando il cancello principale si aprì con fragore. Sulla soglia apparve uno spettro di essere umano, alto e sparuto. Fece qualche passo. L'abito scuro ballava intorno al corpo sottile, e i folti capelli nerissimi gli ricadevano sul viso, ombreggiando la luce degli occhi. Ciò che si vedeva del volto erano solo mascelle e cartilagini. Era un detenuto del braccio della morte, ma ora camminava libero, l'unico prigioniero rilasciato quel giorno.
L'uomo non sembrava consapevole della strada davanti a lui, solo della cupa fortezza che si ergeva alle sue spalle. Dopo pochi passi, si fermò e si girò, ondeggiando come un albero scheletrico troppo cresciuto. Alzò una mano e piegò le dita, tutte tranne il medio. Sembrava più un test dei suoi diritti costituzionali che un gesto di sfida. Era davvero un uomo libero? Una portiera sbatté in lontananza e lui si chinò di scatto, aspettandosi uno sparo.
Un uomo si trovava sull'altro lato della strada accanto a un lucente SUV con i finestrini oscurati. Jameson Cross era alto come l'ex detenuto e i suoi capelli neri avevano la stessa sfumatura bluastra, ma la somiglianza fra loro finiva lì. Sotto ogni altro aspetto, i due erano profondamente diversi.
«William Broud? Posso darle un passaggio?» Cross si fece cautamente avanti, offrendo la mano... e la sua auto. «La strada verso la civiltà è lunga.»
Broud non lo guardò, né prese atto della sua presenza. Cross avrebbe potuto essere invisibile, ma sapeva che l'altro l'aveva sentito. Quell'indifferenza era deliberata. William Broud aveva ignorato Jameson Cross fin dal giorno in cui era entrato in carcere. Non erano nemici; era qualcosa di peggio.
Cross gli si affiancò. «Vorrei parlare con lei degli omicidi alla scuola di perfezionamento. Avrà bisogno di un lavoro, ora che è fuori, e io posso pagarla per il tempo che mi dedicherà.»
Cross era autore di best seller polizieschi, e in quel caso la posta in gioco andava oltre il libro che intendeva scrivere. Broud aveva lavorato come giardiniere tuttofare in un esclusivo istituto di perfezionamento di Tiburon. Aveva passato in prigione ventitré anni per l'omicidio di Millicent Rowe, direttrice della scuola. Di recente, tuttavia, il test del DNA l'aveva scagionato, e Cross non capiva la sua riluttanza a parlare di quell'ingiustizia. Quando l'avevano arrestato si era dichiarato innocente, farfugliando di cospirazioni e di un circuito sessuale che coinvolgeva le studen-tesse. Ma gli avevano trovato della droga, aveva precedenti e il sangue sulla scena del delitto era B negativo, il suo gruppo.
«Chi sono le Ragazze Sole?» chiese Cross. «Lei disse che erano state loro a uccidere la direttrice. Erano studentesse?»
Broud continuava a camminare, la testa china, il viso nascosto dai capelli.
La frustrazione invase Cross. Quella storia doveva finire. «È marcito in galera per ventitré anni senza che a nessuno importasse» proruppe. «L'avrebbero lasciata morire. Chiunque sia il colpevole dovrebbe pagare per averla scaraventata in quell'inferno.»
I capelli neri volarono all'indietro, lasciando finalmente libero il viso torturato di Broud. «Ha ragione» disse guardando l'altro. «A nessuno importava. Perché dovrei farlo? Mi lasci in pace.»
«Non deve essere necessariamente così. Billy...»
«Non mi chiami così» sibilò Broud. «Billy non esiste più.»
Cross si fermò, guardandolo allontanarsi. Se avesse insistito, forse avrebbero finito per fare a pugni. Billy Broud non c'era più, pensava, ma se gli zombie esistevano, quell'uomo era uno di loro. Il suo viso era un teschio urlante di Halloween. Gli era stata risparmiata l'esecuzione, ma ciò che di lui era stato umano, ora era morto. Solo le pupille dei suoi occhi ardevano di una vita terribile, e Jameson Cross non le avrebbe dimenticate facilmente.
Era certo che Broud sapesse chi gli aveva giocato quello scherzo, ma per qualche ragione si rifiutava di parlare. Forse voleva vendicarsi. Nondimeno, quella era una storia che Cross intendeva raccontare. Era certo che i sospetti sarebbero stati suffi-cienti per i titoli di testa. Sarebbe stato interessante vedere chi sarebbe corso ai ripari quando lui avesse sparato il primo colpo. E, se aveva ragione, sarebbe stata una caccia grossa. Le persone sospettate operavano ai più alti livelli del governo, della magi-stratura e degli affari. E, fattore ancora più interessante, erano tutte donne.

Patto tra amiche di Suzanne Forster ti aspetta in edicola dal 18 luglio,
insieme con
Ghiaccio bollente di Nora Roberts
Falsi eroi di Jasmine Cresswell
Il sapore della vendetta di Carla Neggers

Romantic Noir: i romanzi che stavi aspettando.

Per saperne di più visita il nostro sito www.eHarmony.it

A presto con nuove sorprese firmate Harlequin Mondadori,

Buone vacanze!
 
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