La scomparsa dei fatti, Marco Travaglio

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lpelo2000
CAT_IMG Posted on 9/10/2007, 09:16




Ciao,
voglio presentarvi un saggio,
scritto da un giornalista che risulta essere scomodo al sistema politico.
Questa volta Marco Travaglio, parla della sue categoria, i giornalisti, in
"La scomparsa dei fatti". Attacca suoi colleghi, commenta le attività che fanno i suoi colleghi che ha volte non sembrano rientrare nelle attività di un giornalista. Succo di tutto il saggio è la gestione del ruolo che ha il giornalista in una democrazia. Infatti in tutte le democrazie occidentali il giornalista, e la carta stampata con la tv in senso lato, ha il compito di fare da guardia ai sistemi di potere: politici, giudici e uomini di affari. Con tutte le dovute cautele, Travaglio sostiene la tesi, che io condivido appieno, in cui il giornalismo italiano non è il cane da guardia del potere in modo tale che il cittadino comune possa essere informato dei fatti, ma il cane di compania del potere. Infatti in Italia non si discute mai se ciò che scrive o dice un giornalista sia vero oppure falso, e in questo caso è giusto che venga accusato di calunnia, ma chi aiuta dicendo certe cose. Un giornalista ha un sola persone da aiutare: il lettore che tutti giorni compra il giornale, che tutti i giorni guarda i telegiornali e i programmi di approfondimento. Sembra che in Italia tutto questo si stia perdendo, e se un comico, ovvero Beppe Grillo, a tutto questo successo è perchè i giornalisti hanno abdicato del loro ruolo: informare il popolo. Poi ognuno compra il giornale, o guarda il tg, che più gli si addice ma con la sicurezza che questo dica o scriva di fatti reali, con il suo personale punto di vista, e non di cosa che fa comodo al propietario.
Luca
 
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