| Parto con una premessa. Questo racconto è, come già detto nell'altro topic, un racconto assolutamente di per sè, senza seguiti o altro.
Totalmente differente dal primo per quanto riguarda la situazione e le sensazioni che dà, è scritto comunque nello stesso modo ed è tratto da un pensiero che potrebbe essere realmente vissuto da chiunque.
------------------------------
Buio
Sei ancora li, nella stessa posizione in cui ti ho lasciata. Sdraiata su quello che era il nostro passionale e caldo letto, immerso in tante coperte bianche e candide come sono sempre piaciute ad etrambi. Nuda, fragile, bella come mai. Ti osservo in ogni centimetro del tuo corpo, forse per l'ultima volta. I capelli sono raggi di sole che cadendo sul tuo collo, illuminano il tuo viso e mi abbagliano in una giornata estiva. La stanza che fino a poco tempo fa ospitava anche me è rimasta uguale, con poche differenze che il mio sguardo non poteva non notare subito. La luce che entra dalla finestra sopra la testata del letto inonda la camera di una sensazione grigiastra e malinconica che darebbe inquietudine anche a te, sempre cosi sicura e forte.
La mia stanchezza generale mi porta a guardare verso il basso e la sedia sotto di me ospita il mio peso che in pochi attimi si è fatto piu pesante del mondo intero. Mi tengo la testa fra le mani. No, non mi stò pentendo di ciò che ho fatto, tantomeno ho alcun rimpianto. E' solo che il dolore alla testa che ho da questa mattina si fa ogni minuto piu sferzante. Colpi duri alle tempie con picchettii che puntellano il cranio e ogni secondo è come un passo in piu verso la fine.
Alzo la testa verso l'altro lato della stanza... e lo vedo li. E' supino su quella che era la mia poltrona preferita. Un braccio penzola verso il basso mentre il volto, storpiamente girato verso di me, mi osserva ad occhi sgranati come se volesse maledirmi. "Tutto inutile" penso, "Lo sono già."
In pochi attimi si rivolta dentro di me un tornado di sensazioni che mi ricorda perchè sono arrivato a questo. Essere traditi, come punto iniziale, scaturisce sensazioni a volte tanto incontrollabili da fare impazzire anche durante la notte, quando si cerca di dormire e non ci si riesce. Rumore di metallo che schiocca mi dà l'impressione che la mia testa stà realizzando solo ora tutto quello che è avvenuto negli ultimi 5 minuti di questa stanza. Chiudo gli occhi cercando di evitare di seguire tale pensiero e ripenso al dolore provato fino ad ora e scaturitomi proprio dal corpo davanti a me. Quando li riapro un respiro profondo mi aiuta a rimettermi in piedi.
Per l'ultima volta in vita mia le guardo gli occhi; due stelle cosi luminose che mai avrei pensato sarebbero cadute senza realizzare i miei desideri espressi. La calma si prende possesso di me finalmente e anche il tremore che poco fa ha rischiato di rovinare tutto, non raggiunge piu la mia mano destra che impugna ancora con decisione il revolver caldo. Sento solo le dita leggermente distaccate, come se perdessero sensibilità da un momento all'altro.
Sorrido lentamente sapendo con certezza che il mio corpo, e forse non la mia anima, lo sta facendo per l'ultima volta. Alzo l'arnese nella mia mano e appoggio la canna proprio nel punto in cui la mia testa spreme dolore da diverse ore ormai. Il contatto della pelle con il caldo del Revolver usato poco fa mi scaldano in meno di due secondi. Chiudo gli occhi e sò che questo momento è quello che tutti descrivono come un viaggio che ripercorre la nostra vita in un unico istante. Se sarà davvero cosi, mi auguro che salti almeno questa scena: non ho voglia di vedere la mia faccia prima di morire.
Buio.
|