E' sola in quella stanza, disordinata e già terribilmente vuota senza di lui. Ogni oggetto lasciato in un posto preciso o al caso, ogni parete, ogni specchio, sono impregnati del suo profumo, del suo essere uomo, della sua passione. La luce di un nuovo giorno entra in quella camera dalla grande finestrona aperta. Lei la attraversa piano piano, a piedi nudi nella sua fragilità e si appoggia alla ringhiera del balcone osservando sotto di sè. La città, nonostante sia Domenica, si rifiuta di dormire ed è già sveglia nel suo trambusto generale ... mentre lei, che ancora indossa il suo accappatoio bianco, si passa una mano sui capelli, sfiora il lungo collo e sospirando attende il suo ritorno ...Sono su questo treno che mi stà riportando a casa. I pensieri ruotano su sè stessi come trottole nella testa. Sulle gambe il mio personale album da disegno mi accompagnerà in questo viaggio, dove sono sicuro che la malinconia mi colpirà molto presto. Metto una mano nella tasca esterna del mio zaino e prendo alcuni colori. Mi aiuteranno a realizzare le bellissime luci dell'alba che fuori dal finestrino illuminano la mia cabina di un giallo misto arancio, senso di calore e di profondità. Alcune persone intorno a me ogni tanto allungano lo sguardo per vedere se il mio disegno è finito, quasi per loro l'arte fosse ancora piu strana se vista dal vivo nel realizzarsi. O magari è semplice curiosità e sono tutti solo un pò impiccioni.
Ma nemmeno la mia piu bella passione riesce a distrarmi dopo la divina notte passata accanto a te. Mi manca sentire il tuo profumo, il tuo tocco delicato e caldo sulla mia pelle, i tuoi capelli che lentamente scivolano su di me. Il cuore batte quasi normalmente, ma io la differenza la sento bene, con battiti profondi e ritmati a seconda del mio pensiero. La tua mano che mi accarezza, il tuo corpo che gioca con il mio, la tua voce che infonde tranquillità e amore come nessun'altra creatura al mondo saprebbe fare.
Il tempo è però trascorso in fretta e questa notte, che mai dimenticherò, mi fa da cornice in questa mattinata di primavera, come se un cerchio di sensazioni mi ruotasse intorno in tal modo da non lasciarmi dubbi su quello che dovrei fare. Alzo lo sguardo dal mio disegno e oltre il vetro del finestrino il sole si stà alzando in lontananza; la giornata inizia immersa nella natura, nel suo sublime essere eternamente fantastica. Immagini simili senza di te non sarei mai riuscito a vederle. Cerco di immaginarti li, sul balcone di casa tua ad osservare il cielo, nella speranza che io possa arrivare dall'alto come un angelo e possa portarti via con me. Come in un film o in un libro, il tuo salvatore ti raggiunge e ti accoglie a sè come il gioiello piu caro, custodendoti fino alla fine dei giorni, e oltre.
Ecco, io sono pronto a farlo. Mi scappa un sorriso delicato sul volto e anche se rimango nel dubbio di chiedermi se ora tu davvero mi stai pensando, o se invece ti stai pentendo della nostra notte insieme, o ancora starai ridendo di me ... getto con fretta l'album da disegno e le matite nello zaino, mi alzo a gran velocità e corro alla porta d'uscita del treno, in un baccano generale che infastidisce gli altri viaggiatori. La scritta luminosa che scorre sopra la porta indica la prossima fermata a meno di due minuti. "Sono ancora in tempo" penso.
Attendo con impazienza quei pochi attimi infiniti, come quando sei in attesa di fare un esame sapendo che affrontandolo ti cambierà la vita. Il capotreno frena lentamente l'ammasso di ferraglia che mi avrebbe dovuto riaccompagnare a casa, le porte si aprono come i cancelli del paradiso, ed io scendo incurante della gente sulla banchina, facendomi largo come meglio posso. Corro verso il sottopassaggio pedonale e lo percorro in un tunnel semibuio, speranzoso di rivedere la luce dalla parte opposta. Salgo le scale e in cima mi rendo conto che il treno contrario, quello che mi avrebbe riportato da lei, è già partito da pochi secondi.
Il difetto piu angoscioso nella vita dell'uomo ho sempre pensato che fosse quando ci poniamo di fronte a dei ripensamenti o a delle incertezze. In quei pochi attimi mi dico che forse ho totalmente sbagliato, che dovevo dirigermi a casa senza perdere tempo. Mi lascio trasportare dall'inquietudine come un vento gelido che mi attraversa da capo a piedi. Poi però noto qualcosa fuori dalla stazione. A passo svelto mi dirigo verso l'uscita e una macchina a me molto famigliare mi lascia senza parole. Apro una delle porte a vetro che conducono all'esterno ... e tu sei li, vestita come piu in fretta potevi e come piu bella non potevi essere. Hai i capelli alla rinfusa, lo sguardo sicuro e un sorriso certo in volto. Mi vieni incontro con uno sguardo che non lascia spazio al baccano della città e al resto della gente intorno che ci osserva incuriosita. Scendo qualche gradino della scalinata esterna e ti lasci andare con peso verso di me come la fine di una lunga corsa e il raggiungimento del traguardo. Mi baci con forza come se fosse il nostro ultimo bacio. La pressione delle tue labbra sulle mie ridisegna dietro le mie palpebre chiuse la nostra notte insieme. Sento il tuo profumo che mi avvolge come un manto e che unendosi al mio ricrea intorno a noi ogni secondo vissuto corpo a corpo. Poi inclini la testa e la appoggi sulla mia spalla, in un abbraccio forte e d'unione, come la stretta di un patto.
"Non andare via ..." mi sussurri nell'orecchio. E io, che mai piu di ora sono stato certo di qualcosa, sorrido, ti bacio leggermente sulla fronte e ti rispondo: "Non ti lascio più."